Figurine
di Scooby-Doo: quando collezionare è più
di un gioco
Chi ha avuto
tra le mani un pacchetto di figurine sa cosa si prova. Il fruscio
della carta, la leggera resistenza della colla autoadesiva, lodore
dellinchiostro. Che si tratti di una collezione nuova o
di un album degli anni passati, ogni figurina di Scooby-Doo
ha una sua funzione precisa: ricomporre, pezzo dopo pezzo, luniverso
visivo di una storia. È un linguaggio semplice, ma efficace.
Non serve essere esperti per iniziare, ma chi colleziona sul serio
sa che dietro ogni figurina cè un sistema di regole,
variabili e dettagli. Scooby-Doo è uno di quei rari personaggi capaci di attraversare generazioni senza perdere smalto. Nato alla fine degli anni Sessanta, ha superato mode e linguaggi visivi rimanendo riconoscibile, familiare, quasi rassicurante. Non è solo un cane fifone che ama i biscotti: è il perno di un universo narrativo che ha saputo evolversi con intelligenza, pur restando fedele alle sue radici.
Le origini: tra controcultura e censura
Scooby-Doo fa il suo esordio nel 1969 con la serie Scooby-Doo, Where Are You!, prodotta da Hanna-Barbera. In quel periodo, le reti televisive statunitensi erano sotto pressione: i genitori chiedevano cartoni meno violenti, lontani dalle scazzottate tipiche dei Looney Tunes. William Hanna e Joseph Barbera, da sempre attenti alle tendenze e al mercato, fiutarono l’occasione: serviva qualcosa di nuovo, più leggero, ma comunque intrigante per i ragazzi.
L’idea venne da Joe Ruby e Ken Spears, ispirati da format come The Archie Show e le atmosfere da giallo per ragazzi. Nacque così un gruppo di adolescenti investigatori, accompagnati da un grande alano parlante, alle prese con misteri apparentemente sovrannaturali. Il trucco? Alla fine c’era sempre una spiegazione razionale: il “mostro” era un truffatore in costume. Un modo semplice ma geniale per creare suspense senza violenza e con una morale di fondo.
I protagonisti e la formula vincente
La “Misteri & Affini” (Mystery Inc. nell’originale) è composta da personaggi ben caratterizzati: Fred, il leader razionale; Daphne, la più intraprendente; Velma, la mente analitica; Shaggy, eternamente affamato e terrorizzato; e naturalmente Scooby, suo compagno inseparabile. Ogni episodio segue una struttura collaudata: introduzione del mistero, indagini, inseguimenti e smascheramento finale. Un format semplice, ma capace di adattarsi alle più svariate ambientazioni e contaminazioni.
Nel corso degli anni, il gruppo ha affrontato zombie, alieni, fantasmi, robot e chi più ne ha più ne metta. Ma dietro ogni maschera c’era sempre un movente concreto, legato a eredità, vendette o avidità. Questa coerenza tematica ha mantenuto Scooby-Doo in equilibrio tra il mistero e la comicità slapstick, senza mai sconfinare davvero nell’horror.
Una saga che attraversa i decenni
Dagli anni ’70 in poi, Scooby-Doo ha conosciuto decine di reboot, spin-off, crossover e film. Alcune serie hanno tentato strade più cupe (Scooby-Doo! Mystery Incorporated, 2010), altre si sono concentrate sull’umorismo più marcato (Shaggy & Scooby-Doo Get a Clue!). L’universo si è ampliato senza sosta, fino ad accogliere personaggi come Batman, i Ghostbusters, persino Sherlock Holmes. La longevità della saga è un caso quasi unico nell’animazione statunitense, al pari di franchise come The Simpsons o Looney Tunes.
I lungometraggi animati per la televisione, a partire dagli anni ’90, hanno rappresentato un altro tassello importante. Titoli come Scooby-Doo on Zombie Island o Scooby-Doo and the Witch’s Ghost hanno modernizzato il tono, introducendo atmosfere gotiche e un’animazione più curata. Poi ci sono i film in live action, come Scooby-Doo (2002) e Scooby-Doo 2: Monsters Unleashed, che, pur con fortune alterne, hanno mantenuto viva l’attenzione del grande pubblico.
Merchandising: un business da milioni
Oltre ai cartoni, Scooby-Doo è un gigante anche nel campo del merchandising. Dai peluche ai costumi di Halloween, dalle action figure ai videogiochi, passando per tazze, zaini, pigiami e persino snack brandizzati. Il volto di Scooby è onnipresente, soprattutto nelle corsie dei prodotti per bambini. Eppure, nonostante il target primario sembri infantile, il franchise ha saputo mantenere un’aura di nostalgia che coinvolge anche gli adulti, soprattutto quelli cresciuti negli anni ’70, ’80 e ’90.
I videogiochi, in particolare, hanno contribuito a mantenere vivo l’interesse tra i più giovani, con titoli distribuiti su console diverse: da PlayStation a Nintendo Wii, fino ai più recenti giochi mobile. E non va dimenticato il mondo dell’editoria: fumetti, libri illustrati e albi da colorare hanno accompagnato intere generazioni, diventando parte integrante dell’immaginario collettivo.
Un’eredità ancora attuale
Nel panorama dell’animazione, pochi personaggi possono vantare la continuità e la capacità di reinventarsi di Scooby-Doo. La chiave sta in un equilibrio delicato tra mistero e umorismo, tra inquietudine e leggerezza. E se è vero che ogni tanto il franchise ha subito battute d’arresto o scelte discutibili (come la controversa serie Velma del 2023), la figura di Scooby rimane un punto fermo nell’immaginario pop.
Che si tratti di una nuova serie animata, un gioco da tavolo o un cameo in qualche show contemporaneo, Scooby-Doo è sempre lì, con il suo inconfondibile “Scooby-Dooby-Doo!”, pronto a risolvere un nuovo mistero. E anche se i mostri sono finti, l’affetto del pubblico è tutt’altro che illusorio.
Come iniziano
le collezioni
Le collezioni
nascono spesso per caso. Una bustina comprata alledicola,
un album regalato, un personaggio che piace e si vuole portare
anche fuori dallo schermo. Le collezioni di figurine dedicate
a Scooby-Doo seguono questa logica. Un set numerato,
un album da riempire, un sistema chiuso che ti invita a completare.
È una sfida personale, ma anche sociale. Si scambiano doppioni,
si confrontano progressi, si cerca quella che manca da settimane.
Limportanza
della numerazione
Ogni figurina
ha un numero. Quello è il suo posto nel mondo. Può
sembrare un dettaglio banale, ma in realtà è il
cuore della collezione. Senza numerazione, non esiste la struttura.
Lalbum è costruito su una sequenza precisa, che può
seguire lordine degli episodi, dei personaggi, dei momenti
chiave. Le figurine di Scooby-Doo non sono solo
immagini: sono coordinate. Una manca, e la mappa resta incompleta.
La varietà
dei formati
Negli anni,
le figurine hanno preso tante forme. Classiche rettangolari, quadrate,
sagomate, a puzzle. Alcune sono autoadesive, altre no. Ci sono
le metallizzate, le trasparenti, quelle in rilievo. Ogni serie
aggiunge un elemento, una piccola innovazione, che cambia il modo
in cui si guarda e si colleziona. Le raccolte più ricercate
di Scooby-Doo mescolano formati e materiali, rendendo
il completamento più interessante ma anche più impegnativo.
Figurine
speciali e distribuzione casuale
Le figurine
non sono tutte uguali. In ogni set cè sempre un gruppo
ristretto di speciali: brillanti, glitterate, lenticolari,
con effetti visivi che catturano subito lo sguardo. Il problema
è che sono anche quelle più difficili da trovare.
Distribuite in modo casuale, a tiratura limitata, magari una ogni
dieci bustine. Questo crea dinamiche precise tra i collezionisti.
Alcuni cercano solo le speciali, altri si concentrano sulla serie
completa. Le figurine rare di Scooby-Doo finiscono
spesso al centro di scambi serrati o vendite online.
Gli album:
struttura e memoria
Un album ben
fatto non è solo un supporto. È parte integrante
della collezione. Racconta una storia, accompagna la progressione
visiva, dà un senso al completamento. I migliori album
dedicati a Scooby-Doo includono testi, curiosità,
illustrazioni originali. Altri si limitano a essere un contenitore
ordinato. In entrambi i casi, lalbum va curato. Una figurina
storta, una pagina strappata, una copertina rovinata: tutto influisce
sulla qualità della collezione.
Condizione
e conservazione
Il collezionista
esperto lo sa: la condizione conta. Figurine piegate, scolorite,
con angoli rovinati perdono valore, anche se rare. Gli album devono
essere conservati in luoghi asciutti, al riparo dalla luce diretta.
Esistono raccoglitori specifici, custodie protettive, scatole
anti-umidità. Anche le figurine sfuse, se non ancora incollate,
vanno maneggiate con cura. Le collezioni di Scooby-Doo
in ottimo stato sono sempre più difficili da trovare, soprattutto
se si tratta di serie fuori produzione.
Le ristampe:
tra opportunità e confusione
Negli ultimi
anni, molte serie storiche sono state ristampate. Questo ha riaperto
linteresse per collezioni dimenticate, ma ha anche creato
confusione. Le ristampe possono essere molto simili agli originali,
ma con piccole differenze: codice a barre, marchio delleditore,
finiture diverse. Chi colleziona figurine di Scooby-Doo
deve saper distinguere. Per alcuni, le ristampe sono un modo per
completare album lasciati a metà. Per altri, valgono solo
gli originali, con i segni del tempo e la carta leggermente ingiallita.
Il mercato
secondario
Una volta
esaurita la distribuzione ufficiale, si entra nel mercato dei
collezionisti. Qui si trovano figurine singole, album incompleti,
bustine sigillate, set completi. I prezzi variano molto. Una figurina
comune può costare pochi centesimi. Una speciale introvabile
può valere anche decine di euro. Le valutazioni si basano
su domanda, rarità, condizione e, ovviamente, sul franchise
di riferimento. Le collezioni dedicate a Scooby-Doo
mantengono il loro fascino anche a distanza di anni, proprio perché
legate a un immaginario forte e riconoscibile.
Perché
collezionare figurine oggi
Collezionare
figurine è unattività che resiste al tempo.
Non ha bisogno di schermi, non dipende da aggiornamenti o connessioni.
È concreta, visiva, ordinata. Ogni bustina aperta è
un gesto ripetuto, ma mai identico. Ogni album completo dà
un senso di chiusura che poche attività riescono a restituire.
Le figurine di Scooby-Doo non servono a niente,
nel senso pratico. Ma per chi le colleziona, hanno un valore preciso.
Sono frammenti visivi, stampati per durare poco, ma capaci di
rimanere nella memoria molto a lungo.
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