Demon Slayer – Episodio 3: “Sabito e Makomo” – Storia e recensione

Quando il cammino dell’eroe si tinge di sudore, lacrime e… maschere da volpe.
Allora, eccoci qui al terzo episodio di Demon Slayer, e devo dire che le cose iniziano a farsi davvero toste per il nostro Tanjiro. Dopo aver deciso di intraprendere la via dell’ammazzademoni, il ragazzo si trova immerso in un allenamento che definire estenuante è poco.
L’Addestramento con Urokodaki: Il Battesimo del Fuoco
Sotto la guida severa ma giusta di Urokodaki, Tanjiro si cimenta in una serie di esercizi che metterebbero alla prova anche il più determinato degli aspiranti eroi. Parliamo di schivare trappole mortali, affrontare percorsi ad ostacoli degni di un ninja e, ovviamente, affinare l’arte della spada. Il tutto condito dall’apprendimento della Respirazione della Concentrazione Assoluta, una tecnica che, a quanto pare, è fondamentale per chi vuole avere una chance contro i demoni.
L’Incontro con Sabito e Makomo: Maestri Misteriosi
Proprio quando pensi che Tanjiro stia iniziando a capire come funziona l’addestramento, ecco che spuntano Sabito e Makomo, due figure enigmatiche con maschere da volpe. Sabito è diretto, quasi brutale nelle sue critiche, mentre Makomo offre un supporto più dolce ma altrettanto incisivo. Questi due non sono lì per fare amicizia: il loro obiettivo è spingere Tanjiro oltre i suoi limiti, affinché possa affrontare la Selezione Finale con una reale possibilità di successo.
La Dura Realtà dell’Allenamento: Oltre i Propri Limiti
Tanjiro si trova a dover affrontare Sabito in duelli all’ultimo sangue, dove ogni errore potrebbe costargli caro. E, diciamocelo, le prende di santa ragione. Ma è proprio attraverso queste sconfitte che il nostro protagonista inizia a comprendere la profondità del suo potenziale e l’importanza di una mente lucida unita a una tecnica impeccabile.
Conclusione: Il Peso della Determinazione
Questo episodio ci mostra che il percorso per diventare un ammazzademoni non è una passeggiata nel bosco. È un viaggio arduo, pieno di ostacoli fisici e mentali, dove la determinazione di Tanjiro viene messa alla prova in ogni istante. L’incontro con Sabito e Makomo aggiunge una dimensione quasi mistica all’allenamento, lasciandoci con la curiosità di scoprire di più su questi due personaggi e sul loro ruolo nel destino di Tanjiro.
Insomma, se pensavi che diventare un eroe fosse solo questione di buona volontà, questo episodio ti farà ricredere. La strada è lunga e piena di insidie, ma con la giusta guida e una volontà d’acciaio, forse, Tanjiro ha una chance di farcela.
Recensione – Demon Slayer Episodio 3: “Sabito e Makomo”
L’allenamento dell’anima passa prima per il corpo.
Il terzo episodio di Demon Slayer segna un momento importante nel viaggio di Tanjiro: il momento in cui il desiderio di salvare Nezuko comincia a trasformarsi in disciplina, tecnica e crescita reale. “Sabito e Makomo” è uno di quegli episodi in apparenza lenti, ma che lavorano in profondità, piantando semi che sbocceranno ben più avanti nella serie.
Non c’è ancora un vero combattimento all’ultimo sangue, né un demone da sconfiggere, ma c’è una battaglia continua, silenziosa, fra Tanjiro e i suoi limiti. E questo, se ci pensi, è uno dei duelli più difficili da vincere.
✅ Pro – I punti forti dell’episodio
📌 Un allenamento che ha un peso vero
Siamo lontani dagli allenamenti shonen “a orologio”: qui l’allenamento è sporco, faticoso, ripetitivo, anche frustrante. Tanjiro si allena per un intero anno, e tu lo senti davvero, episodio dopo episodio. Ogni taglio di bambù, ogni trappola evitata, ogni caduta: tutto ha un senso e costruisce tensione verso il momento della verità.
📌 Sabito e Makomo: due presenze misteriose ma essenziali
L’entrata in scena di Sabito e Makomo è gestita con delicatezza e fascino. Non sappiamo molto di loro, e proprio per questo affascinano. Sabito è severo, duro, quasi crudele. Makomo è dolce, malinconica, ma piena di fermezza. Insieme rappresentano due aspetti dell’addestramento: la spinta a migliorare e il conforto quando si cade.
📌 Regia e atmosfera
Le scene sono dirette con quella cura estetica che sta diventando la firma dello studio Ufotable: la luce del tramonto, i silenzi tra i dialoghi, la bellezza dei movimenti nella pratica della spada. Tutto crea una sensazione sospesa, quasi eterea, che rafforza l’idea che Tanjiro stia passando attraverso un rito di passaggio, non solo fisico, ma anche spirituale.
📌 L’evoluzione di Tanjiro
L’episodio fa una cosa rara e preziosa: ti fa vivere il tempo che passa. Tanjiro non migliora da un giorno all’altro. Lo vediamo provare, fallire, riprovare, crollare, e infine alzarsi un po’ più forte ogni volta. È un tipo di narrazione paziente, ma proprio per questo gratificante.
❌ Contro – Dove l’episodio poteva fare meglio
⚠️ Ritmo più contemplativo che narrativo
Per alcuni spettatori abituati a un ritmo più serrato, questo episodio potrebbe sembrare lento o addirittura statico. Gran parte della puntata è dedicata all’allenamento e alla costruzione dell’atmosfera, e può dare la sensazione di essere una “pausa” narrativa. Ma è una pausa necessaria.
⚠️ I misteri restano troppo sospesi
La natura di Sabito e Makomo è volutamente lasciata nell’ombra, ma forse un accenno in più – un dettaglio che alimenti la curiosità senza togliere il mistero – avrebbe potuto rendere il loro intervento ancora più incisivo.
⚠️ Urokodaki rimane sullo sfondo
Dopo un inizio interessante nei primi due episodi, Urokodaki resta quasi completamente silenzioso in questo episodio, cedendo il testimone ai due nuovi personaggi. Un suo punto di vista in più avrebbe potuto aggiungere una sfumatura ulteriore al quadro.
🎯 Conclusione
“Sabito e Makomo” è un episodio delicato, denso di significato, che costruisce più che mostrare. Non punta sui colpi di scena, ma sulla fatica quotidiana. Non sul trionfo, ma sulla tenacia. E soprattutto, ci ricorda che il vero potere non nasce dal talento, ma dalla costanza.
Tanjiro sta crescendo. Non solo come spadaccino, ma come persona. E lo fa nel silenzio del bosco, nel suono della spada che fende l’aria, nella voce di chi lo sprona a non mollare.
Un episodio che forse non ti farà trattenere il fiato, ma che ti entra dentro. Piano piano. Come un taglio netto, preciso, invisibile. Ma che lascia il segno.
🔸 Voto: 8,3 / 10
Poco azione, tanta sostanza. Un episodio di formazione autentica, con toni poetici e un passo narrativo lento ma solido. Se ami i momenti che costruiscono i personaggi, qui c’è pane per i tuoi denti.
Episodi di Demon Slayer
1 – Crudeltà 「残酷」 – Zankoku
2 – L’addestratore Urokodaki Sakonji 「育手・鱗滝左近次」 – Iku-shu Urokodaki Sakonji
3 – Sabito e Makomo 「錆兎と真菰」 – Sabito to Makomo
4 – L’esame finale 「最終選別」 – Saishū senbetsu
5 – Il mio acciaio 「己鋼」 – Onore hagane
6 – Lo spadaccino con un demone 「鬼を連れた剣士」 – Oni o tsureta kenshi
7 – Kibutsuji Muzan 「鬼舞辻 無惨」 – Kibutsuji Muzan
8 – Un ammaliante odore di sangue 「幻惑の血の香り」 – Genwaku no chi no kaori
9 – Il demone con la palla e il demone con la freccia 「手毬鬼と矢印鬼」 – Temari oni to yajirushi oni
10 – Resteremo insieme per sempre 「ずっと一緒に」 – Zutto issho ni iru
11 – La casa del tamburo 「鼓の屋敷」 – Tsuzumi no yashiki
12 – Il cinghiale scopre le zanne, e Zenitsu se la dorme 「猪は牙を剥き、善逸は眠る」 – Inoshishi wa kiba o muki, Zen’itsu wa nemuru
13 – Qualcosa di più importante della vita 「命より大事なもの」 – Inochi yori daiji na mono
14 – La casa con lo stemma del fiore di glicine 「藤の花の家紋の家」 – Fuji no hana no kamon no ie
15 – Il monte Natagumo 「那多蜘蛛山」 – Natagumo-yama
16 – Qualcuno che non sono io deve andare avanti 「自分ではない誰かを前へ」 – Jibun de wanai dareka o mae e
17 – Un’arte raffinata fino alla fine 「一つのこと極め抜け」 – Hitotsu no koto kiwamenuke
18 – Un finto legame 「偽物の絆」 – Nisemono no kizuna
19 – Il dio del fuoco 「火の神」 – Hi no kami
20 – Una famiglia improvvisata 「寄せ集めの家族」 – Yose atsume no kazoku
21 – Violazione del regolamento 「隊律違反」 – Tairitsu ihan
22 – Il capofamiglia 「お館様」 – Oyakata-sama
23 – La riunione dei Pilastri 「柱合会議」 – Chūgō kaigi
24 – L’addestramento riabilitativo 「機能回復訓練」 – Kinō kaifuku kunren
25 – L’erede, Tsuyuri Kanao 「継ぐ子 栗花落カナヲ」 – Tsuguko Tsuyuri Kanao
26 – Una nuova missione 「新たなる任務」 – Aratanaru ninmu