Earthworm Jim – La serie animata degli anni 90 del verme spaziale

Tra la metà degli anni ’90 e l’inizio del nuovo millennio, la televisione americana è stata invasa da un’ondata di serie animate fuori dagli schemi, capaci di unire comicità surreale e sottotesti più maturi. In questo panorama si inserisce Earthworm Jim, trasposizione animata dell’omonima saga videoludica, che dal 9 settembre 1995 al 13 dicembre 1996 è andata in onda negli Stati Uniti sul blocco Kids’ WB del canale The WB. La serie si compone di 2 stagioni e 23 episodi, ed è stata co-prodotta da Universal Cartoon Studios, Shiny Entertainment, Flextech Plc e AKOM, lo studio d’animazione sudcoreano noto anche per il lavoro su The Simpsons.
In Italia, la serie venne annunciata per la messa in onda su Italia 1 da Mediaset, ma non venne mai trasmessa ufficialmente, restando per anni un piccolo mistero tra gli appassionati. Solo nel 2016 la sigla italiana, interpretata da Cristina D’Avena e Claudio Moneta, è stata resa pubblica, alimentando ancora di più l’alone cult attorno a questo titolo dimenticato.
Storia
Earthworm Jim nasce come adattamento del videogioco omonimo sviluppato da Doug TenNapel e pubblicato da Playmates Interactive. L’idea era tanto semplice quanto geniale: un normale verme da giardino finisce accidentalmente in una super-tuta spaziale robotica progettata per conquistare la galassia. Questa tuta, dotata di intelligenza artificiale e poteri straordinari, trasforma Jim in un eroe improbabile, destinato a fronteggiare una galleria di nemici bizzarri, tra cui Evil the Cat, il Professor Monkey-for-a-Head, Queen Slug-for-a-Butt e l’immancabile Psy-Crow.

Lo show, coerente con l’estetica e lo spirito del gioco originale, rompe frequentemente la quarta parete, con personaggi che parlano direttamente al pubblico o ironizzano sul formato televisivo stesso. In molte puntate ricorre anche un elemento grottesco e ricorrente: la mucca che cade dall’alto, simbolo surreale che richiama l’umorismo nonsense del videogioco.
Produzione
L’animazione della serie è stata affidata ad AKOM, mentre la direzione vocale americana è stata curata da Ginny McSwain. Il protagonista Jim ha la voce di Dan Castellaneta, celebre anche per essere Homer Simpson, mentre Peter Puppy è doppiato da Jeff Bennett, narratore e voce di molti personaggi secondari. Il cast vocale, ricchissimo, comprende anche Jim Cummings, Charlie Adler, Edward Hibbert e Kath Soucie, tra i più prolifici doppiatori d’animazione dell’epoca.
L’opening originale è un travolgente brano rock composto da William Kevin Anderson, mentre per il pubblico italiano è stata creata una sigla originale firmata Alessandra Valeri Manera e Silvio Amato, con le voci di Cristina D’Avena e Claudio Moneta. Nonostante la serie non sia mai andata in onda, questa sigla ha contribuito a mantenere vivo l’interesse della community italiana.
Il formato degli episodi includeva spesso un cold opening – una scena iniziale scollegata dalla trama principale – e segmenti comici con i villain in situazioni “normali”. Nella seconda stagione, la struttura è stata semplificata per dare maggiore coerenza narrativa.
Recensione



Riguardando oggi Earthworm Jim, ci si trova di fronte a un’opera profondamente figlia del suo tempo, ma ancora in grado di sorprendere. Il ritmo frenetico, l’umorismo slapstick e la parodia dei canoni del supereroe trasformano ogni puntata in una piccola esplosione di creatività anarchica.
Dal punto di vista tecnico, l’animazione è solida, con uno stile esagerato, linee dinamiche e colori vivaci che ben si sposano con il tono cartoonesco e il mondo grottesco del protagonista. Le animazioni di Jim – allungamenti elastici, smorfie espressive, acrobazie impossibili – sono un chiaro omaggio ai classici dell’animazione Warner Bros., ma filtrati attraverso la lente satirica e meta-televisiva tipica degli anni ’90.
I dialoghi, ricchi di giochi di parole e battute surreali, sono il vero cuore della serie. Lo show non si prende mai sul serio e si diverte a distruggere qualsiasi aspettativa dello spettatore. Anche i momenti più drammatici vengono derisi, spesso risolti con soluzioni narrative assurde (una mucca che schiaccia il nemico, un deus ex machina metafisico, un’autoironia spinta fino al limite).
Particolarmente apprezzabile è il ruolo di Peter, il cui dualismo – da cagnolino dolce a bestia rabbiosa – offre momenti di comicità fisica, ma anche uno spunto per riflettere sull’identità e il controllo emotivo.



Conclusione
Earthworm Jim è una serie che, pur avendo avuto vita breve, ha lasciato un’impronta indelebile nel cuore degli appassionati. Il suo mix di nonsense, azione surreale e rottura delle convenzioni la rendono ancora oggi un piccolo gioiello da riscoprire. È l’esempio perfetto di un’animazione che osa, che gioca con i codici narrativi e che non teme di essere folle.
Il fatto che in Italia non sia mai stata trasmessa aggiunge un’aura di mistero, trasformandola in un oggetto di culto tra collezionisti e nostalgici. Fortunatamente, oggi è possibile recuperarla in DVD o tramite piattaforme internazionali, anche se la disponibilità resta limitata.
Earthworm Jim è il verme che ha provato – e riuscito – a farsi strada tra i giganti dell’animazione anni ’90, lasciando dietro di sé non solo una scia di mucche volanti, ma anche un’eredità di creatività sfrenata e puro divertimento.