Un film Minecraft (A Minecraft Movie) – Storia e recensione

Sembra proprio che l’uscita di Un film Minecraft (A Minecraft Movie) stia portando una boccata d’aria fresca al botteghino, con cifre d’esordio che fanno strabuzzare gli occhi a tutti gli appassionati di cinema (e non solo). Immagina: un incasso iniziale da 50 milioni di dollari, che si prevede toccherà e supererà i 130 milioni nel primo weekend. Numeri da capogiro, in grado di superare precedenti record stagionali e di rubare la scena persino a pellicole di grosso calibro.

Il progetto è stato presentato come un’avventura live-action per famiglie, arricchita da elementi in computer grafica che riproducono con fedeltà le creature e gli ambienti tipici di Minecraft: si parla di Piglin, Zombie e, naturalmente, blocchi cubettosi ovunque. Eppure, la critica si è divisa. Pare che il film abbia convinto più il pubblico che i recensori ufficiali, con una votazione online piuttosto bassa da parte degli esperti, contro un’ottima accoglienza tra gli spettatori. Insomma, un tipico caso in cui la gente ha scelto di andare a vedere il film a prescindere dai giudizi severi della stampa.

Il cuore del racconto ruota attorno a un gruppetto di quattro personaggi — Garrett “The Garbage Man” Garrison, Henry, Natalie e Dawn — che, dalla loro vita “normale”, vengono risucchiati in uno strano portale. Ritrovandosi nel leggendario Overworld di Minecraft, i quattro scoprono di dover imparare a costruire, difendersi e sopravvivere in un mondo dalle regole bizzarre, guidati dall’eccentrico Steve. Fra paesaggi a cubetti, pericoli inaspettati e la necessità di fidarsi del proprio istinto creativo, la combriccola dovrà diventare una vera squadra, non solo per uscirne viva, ma anche per salvare un universo che dipende dalla loro inventiva.

La regia è stata affidata a un nome ben noto per il suo gusto ironico e spensierato, mentre un cast di prim’ordine — da Jack Black a Jason Momoa, passando per Emma Myers e Danielle Brooks — mette in scena un mix davvero eterogeneo di personalità. La cura per i dettagli, come i set ispirati al celebre videogame e i costumi che evocano la texture pixellata, contribuisce alla sensazione di trovarsi davvero “dentro” Minecraft, regalando un effetto nostalgia a chiunque abbia mai passato ore a costruire e a difendere il proprio rifugio di blocchi.

Al di là delle critiche, Un film Minecraft (A Minecraft Movie) sembra aver colto nel segno: un grande richiamo a un immaginario collettivo amatissimo, una storia alla portata di un pubblico vasto e un weekend di incassi che parla da solo. Se queste sono le premesse, prepariamoci a un viaggio nel mondo a cubetti che potrebbe confermarsi come la vera sorpresa dell’anno cinematografico.

La storia di Un film Minecraft (A Minecraft Movie)

Steve, da sempre ossessionato dal sogno di scoprire nuovi mondi, s’intrufola in una miniera spinto dalla voglia di rivivere l’entusiasmo che lo accompagnava da bambino. Lì, entra in possesso di due manufatti potentissimi: l’Orb of Dominance e l’Earth Crystal. Senza saperlo, questi oggetti custodiscono il segreto per accedere all’Overworld, un regno in cui ogni cosa, anche la più ordinaria, può essere reinventata grazie all’arte della costruzione. Eppure, il prezzo di tale scoperta è alto: Malgosha, la sovrana piglin del Nether, non tollera l’idea di un mondo modellato dalla creatività e si prepara a scagliare la propria furia sull’Overworld. Steve, intuite le conseguenze, affida i due reperti al suo cane Dennis e si assicura che non vengano ritrovati da nessuno… almeno per un po’.

Passano gli anni, e nel tranquillo Chuglass, Idaho, la quotidianità di Garrett “The Garbage Man” Garrison — un tempo giovane campione di videogiochi, oggi gestore di un modesto negozio — viene sconvolta da una notifica di sfratto. Per cercare di salvare la propria attività, Garrett partecipa a un’asta in cui finisce per acquistare proprio i vecchi oggetti di Steve. Ignaro di tutto, nella speranza di trovare un’antica console da rivendere, si ritrova invece tra le mani l’Orb e l’Earth Crystal. Nel frattempo, Henry e Natalie — due fratelli appena trasferitisi in città in seguito alla scomparsa della madre — cercano di farsi strada in una nuova scuola, mentre l’agente immobiliare Dawn coltiva il sogno di aprire un grande zoo di animali da accarezzare.

Il destino di tutti si incrocia quando Henry, per evitare problemi dopo un disastroso incidente scolastico, si finge nipote di Garrett e combina accidentalmente i due artefatti. Questi riattivano la via verso la miniera, dove i quattro finiscono risucchiati dall’enigmatico portale che li catapulta nell’Overworld. Qui, i pericoli di un regno notturno popolato da mostri non si fanno attendere. La prima notte, assediati da creature ostili, Garrett e Henry imparano a costruire ripari di fortuna, ma l’Earth Crystal si spezza sotto la goffa pressione di Garrett. Come se non bastasse, Malgosha avverte il ritorno dell’Orb e libera un provato Steve dalla prigionia, ordinandogli di recuperare gli artefatti.

Per fortuna, il mattino porta con sé nuovi alleati e Steve accorre in loro aiuto, spiegando che esiste un modo per aggiustare il Crystal: andare alla leggendaria Woodland Mansion. In un vicino villaggio, il gruppo inizia a padroneggiare l’arte del crafting, ma un improvviso attacco dei piglin li separa: da una parte Steve, Garrett e Henry, dall’altra Natalie e Dawn. Nella confusione, i primi si avventurano tra grotte e binari di minecarts, inseguiti da un enorme cinghiale corazzato, mentre Natalie e Dawn incontrano Dennis, l’intrepido cane di Steve. Superate mille insidie, Steve e Garrett distracono i pillager della Mansion mentre Henry recupera sia il nuovo Earth Crystal che un’Ender Pearl. Ma Malgosha non si dà per vinta, fa esplodere il ponte e Garrett si sacrifica per permettere a Henry e Steve di fuggire (sopravvivendo fortunosamente allo scoppio).

Riuniti di nuovo in un rifugio a forma di fungo, l’intero gruppo si prepara alla battaglia finale: costruiscono armi, forgiano armature e invocano il potere dei Golem di Ferro. L’assalto all’esercito di Malgosha è furioso, ma i cinque riescono a far tornare la luce del sole, colpendo i piglin e la stessa Malgosha che, esposti alla luce, subiscono una trasformazione letale. Steve affida Dennis a Dawn, salutando l’Overworld per fare ritorno sulla Terra. Una volta a casa, ciascuno inizia un nuovo capitolo di vita: Garrett risolleva il suo negozio collaborando con Steve, Dawn apre lo zoo tanto sognato con Dennis come star, Natalie insegna autodifesa, mentre Henry finalmente domina il suo prototipo di jetpack. Nel recuperare alcuni ricordi nascosti nella vecchia soffitta, Steve scopre che la sua vecchia casa è ora abitata da una donna di nome Alex, segno che le avventure — anche quando sembrano finite — possono sempre sorprendere con un nuovo inizio.

Recensione di Un film Minecraft

“A Minecraft Movie” sorprende soprattutto per la sua capacità di trasformare un mondo virtuale a cubetti in un’avventura cinematografica vivace e piena di inventiva. Chi si aspettava una classica trasposizione videoludica, magari un po’ ripetitiva, dovrà ricredersi: la pellicola riesce infatti a ricreare la sensazione di libertà tipica del gioco, amalgamandola con una narrazione dall’andamento scorrevole e qualche momento di pura adrenalina.

Il cast è uno dei punti di forza, grazie all’energia che si percepisce in ogni scena. Da un lato, la simpatia di Jason Momoa (nei panni di Garrett “The Garbage Man” Garrison) regala momenti divertenti, dall’altro, la verve di Jack Black nel ruolo di Steve—personaggio chiave che incarna lo spirito creativo del gioco—dà vita a gag e situazioni esilaranti. In mezzo, la squadra di comprimari compensa le esuberanze dei protagonisti, conferendo alla storia una certa armonia e un bel senso di cameratismo.

Il film porta sul grande schermo sia gli aspetti più avventurosi del videogioco (come il combattimento contro i Piglin o la costruzione di rifugi) sia quelli più strategici, legati alla sopravvivenza e al crafting. Grazie a una scenografia che unisce elementi reali e digitali, ogni elemento—dalle minacciose creature del Nether all’idilliaco Overworld—contribuisce ad arricchire l’esperienza visiva. Un plauso particolare va anche al ritmo, che mantiene alto il coinvolgimento dello spettatore grazie a un susseguirsi ben calibrato di momenti di tensione, piccoli siparietti comici e scorci di puro stupore fantastico.

Se qualche passaggio risulta un po’ scontato, soprattutto nella dinamica “buoni contro cattivi”, l’equilibrio tra azione, amicizia e humour rende “A Minecraft Movie” un prodotto piacevolmente fruibile sia per i fan della saga videoludica che per chi cerca un film d’animazione (misto live-action) leggero ma ricco di spunti. In definitiva, una pellicola capace di valorizzare la creatività e di dimostrare che, in fondo, il mondo di Minecraft è uno spazio dove tutto è possibile—anche ritrovare un pizzico di magia che credevamo perduta.

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