Bongo e i tre avventurieri – Il film di animazione Disney del 1947

Bongo e i tre avventurieri – Il film di animazione Disney del 1947

Nei turbolenti anni ’40, mentre il mondo era ancora avvolto nella morsa della Seconda Guerra Mondiale, Walt Disney cercò di mantenere vivo l’incantesimo dell’animazione. E, come per magia, seppe farlo con soluzioni innovative e, a volte, rischiose. Uno dei periodi più affascinanti della storia Disney è rappresentato dalla produzione dei film collettivi o “package films”. Questi lavori, composti da più cortometraggi uniti in un unico lungometraggio, hanno svolto un ruolo cruciale nel finanziare le opere successive come “Cenerentola” (1950), “Alice nel Paese delle Meraviglie” (1951) e “Peter Pan” (1953).

Dalle Limitazioni Economiche alla Creatività Senza Confini

Nel cuore di questa strategia di sopravvivenza e rinnovamento troviamo “Bongo e i tre avventurieri” (“Fun & Fancy Free”), nono classico Disney, rilasciato il 27 settembre 1947 da RKO Radio Pictures. Questo film rappresenta una pietra miliare per diversi motivi. Prima di tutto, è il quarto dei film collettivi prodotti da Disney negli anni ’40, una soluzione astuta per risparmiare risorse in un periodo economicamente instabile.

Un Puzzle Narrativo dal Fascino Indiscusso

Il film è un collage narrativo che mescola con abilità due storie distinte ma entrambe intrise del tipico spirito Disney. La prima è “Bongo”, una storia narrata dalla cantante Dinah Shore e liberamente ispirata al racconto breve “Little Bear Bongo” di Sinclair Lewis. Il secondo segmento è “Topolino e la pianta di fagioli”, basato sulla fiaba popolare di “Jack e la pianta di fagioli” e narrato da Edgar Bergen.

L’Intreccio tra Animazione e Live-Action

Un aspetto particolarmente interessante di “Bongo e i tre avventurieri” è la sua struttura ibrida che fonde animazione e live-action. Questa combinazione permette di tessere insieme i due segmenti in maniera fluida e coerente, utilizzando elementi dal mondo reale per arricchire l’esperienza visiva e narrativa.

Al Crocevia tra Innovazione e Tradizione

Quello che rende questo film così speciale e degno di una riflessione più approfondita è la sua posizione nel contesto più ampio dell’evoluzione dell’animazione Disney. Collocato tra i titoli iconici come “Biancaneve e i sette nani” e le future pietre miliari come “Cenerentola”, questo film rappresenta un punto di congiunzione – una sorta di ponte – tra l’età d’oro dell’animazione classica e la rinascita post-bellica della casa di produzione.

“Fun & Fancy Free” è la dimostrazione vivente di come le limitazioni possono effettivamente sprigionare creatività. Una creatività che ha superato i confini dell’animazione per riflettersi anche nel modo in cui Disney ha saputo sfruttare le circostanze, reinventando il modo di fare cinema in un periodo tanto complesso.

In questo senso, “Bongo e i tre avventurieri” non è solo un film, ma un vero e proprio manifesto di resilienza e ingegno creativo, che merita di essere esplorato e apprezzato in tutte le sue sfaccettature.

Storia del film

Bongo

Bongo è un adorabile orsetto da circo che vive per gli applausi del pubblico, ma una volta fuori dal palcoscenico, la sua vita è tutt’altro che felice. Esasperato dalle condizioni in cui vive, decide di fuggire quando il treno del circo attraversa una foresta. Inizialmente estasiato dalla sua nuova libertà, Bongo ben presto scopre che la vita nella natura selvaggia ha le sue difficoltà.

Il mattino seguente, tuttavia, incontra Lulubelle, un’orsa selvatica. I due si innamorano all’istante. Ma la loro felicità è interrotta dall’arrivo di Bullo il brigante, un orso enorme e territoriale che rivendica Lulubelle come sua. Bongo è confuso dal gesto di Lulubelle di schiaffeggiarlo, che in realtà è un segno d’affetto tra gli orsi selvatici.

Dopo aver compreso l’usanza, Bongo ritorna per sfidare Bullo. Dopo una lotta frenetica che culmina con una caduta in un fiume e poi in una cascata, Bongo emerge vittorioso grazie al suo cappello che lo salva dalla caduta. Bullo viene invece trascinato dalla corrente. Bongo e Lulubelle diventano finalmente una coppia, celebrando la loro unione e la nuova vita di Bongo nella foresta.

Topolino e il fagiolo magico

In una terra chiamata “Valle Felice”, la felicità e l’abbondanza sono garantite da un’arpa magica. Tuttavia, l’arpa viene rubata, lasciando la valle in una siccità devastante. Topolino, Paperino e Pippo sono tra gli ultimi abitanti rimasti e si trovano in gravi difficoltà alimentari.

Nella disperazione, Topolino decide di vendere la loro mucca per comprare del cibo. Torna a casa con una manciata di fagioli magici, provocando la rabbia di Paperino, che getta i fagioli sul pavimento. Durante la notte, una pianta di fagioli gigante cresce, sollevando la loro casa fino al cielo.

Il trio arriva in un castello gigantesco dove trovano l’arpa magica e incontrano Willie, un gigante con poteri magici. Dopo una serie di eventi rocamboleschi, riescono a fuggire dal castello con l’arpa, seguendo un inseguimento frenetico giù per la pianta di fagiolo. Finalmente, tagliano la pianta di fagiolo, facendo precipitare Willie. Con l’arpa al suo posto, Valle Felice ritorna al suo stato prospero.

Il film si conclude con Willie il gigante che si aggira per Hollywood, alla ricerca di Topolino, confermando che la storia che sembrava una fiaba era effettivamente reale.

Produzione

La magia Disney ha la capacità unica di affascinare generazioni, ma dietro a questo fascino si nasconde una storia di adattamento e superamento delle difficoltà. Due esempi emblematici sono “Topolino e il fagiolo magico” e “Bongo,” che insieme formano il film del 1947 “Bongo e i tre avventurieri.”

La Crisi della Popularità e la Seconda Guerra Mondiale

Originalmente, “Topolino e il fagiolo magico” doveva essere un lungometraggio indipendente. L’obiettivo era di rilanciare la popolarità di Topolino, che stava perdendo terreno rispetto a personaggi più recenti come Paperino e Pippo. Tuttavia, la Seconda Guerra Mondiale e le sue ripercussioni economiche obbligarono Disney a ridimensionare le sue ambizioni.

Scioperi e Tensioni Creative

Oltre agli ostacoli economici, il periodo fu segnato da tensioni interne. Uno sciopero degli animatori nel 1941 sconvolse la dinamica dello studio e mise in luce le difficoltà creative del momento.

L’Unione fa la Forza

Fu in questo contesto di instabilità che “Bongo,” anch’esso pensato in origine come un film a sé stante, fu ridotto e accorpato a “Topolino e il fagiolo magico” per dar vita a “Bongo e i tre avventurieri.” Questa unione rappresenta una sorta di metafora dell’abilità di Disney di adattarsi alle circostanze, anche le più avverse.

L’eredità

Oggigiorno, “Bongo e i tre avventurieri” è considerato non solo un momento significativo nell’arte dell’animazione, ma anche un punto di svolta nella storia aziendale della Disney. Il film mostra che anche in momenti di crisi e incertezza, la creatività può prosperare.

La lezione più grande che possiamo trarre da questo capitolo della storia Disney è l’arte dell’adattamento. Nonostante gli ostacoli e le avversità, lo studio ha sempre trovato un modo per creare qualcosa di magico. E, alla fine, non è proprio questo il cuore della magia Disney?

Scheda Tecnica di “Bongo e i tre avventurieri”

Informazioni Generali

  • Titolo originale: Fun & Fancy Free
  • Lingua originale: Inglese
  • Paese di produzione: Stati Uniti d’America
  • Anno: 1947
  • Durata: 70 minuti
  • Rapporto: 1,37:1
  • Genere: Animazione, Musicale, Fantastico

Produzione

  • Regia: Jack Kinney, Bill Roberts, Hamilton Luske, William Morgan
  • Soggetto: dal libro “Little Bear Bongo” di Sinclair Lewis e dalla fiaba “Jack e la pianta di fagioli”
  • Sceneggiatura: Homer Brightman, Harry Reeves, Lance Nolley, Tom Oreb, Eldon Dedini, Ted Sears
  • Produttore: Walt Disney
  • Casa di produzione: Walt Disney Productions
  • Distribuzione in italiano: RKO Radio Pictures

Tecnico

  • Fotografia: Charles P. Boyle
  • Montaggio: Jack Bachom
  • Effetti speciali: George Rowley, Jack Boyd, Ub Iwerks
  • Musiche: Charles Wolcott, Paul J. Smith, Oliver Wallace, Eliot Daniel
  • Scenografia: Don DaGradi, Al Zinnen, Kendall O’Connor, Hugh Hennesy, John Hench, Glenn Scott, Ken Anderson

Staff d’animazione

  • Animatori: Ward Kimball, Les Clark, John Lounsbery, Fred Moore, Wolfgang Reitherman, Hugh Fraser, John Sibley, Marc Davis, Phil Duncan, Harvey Toombs, Judge Whitaker, Hal King, Art Babbitt, Ken O’Brien, Jack Campbell
  • Sfondi: Ed Starr, Claude Coats, Art Riley, Brice Mack, Ray Huffine, Ralph Hulett

Interpreti e personaggi

  • Edgar Bergen: se stesso
  • Luana Patten: se stessa

Doppiaggio

  • Doppiatori originali:
    • Edgar Bergen: Charlie McCarthy, Mortimer Snerd e Ofelia
    • Dinah Shore: Narratrice
    • Anita Gordon: Arpa Canterina
    • Cliff Edwards: Grillo Parlante
    • Billy Gilbert: Willie il gigante
    • Clarence Nash: Paperino e Gatto
    • James MacDonald: Bullo il brigante
    • Walt Disney: Topolino
    • Pinto Colvig: Pippo
  • Doppiatori italiani:
    • Michele Malaspina: Edgar Bergen
    • Fiorenzo Fiorentini: Charlie McCarthy
    • Giusi Raspani Dandolo: Paperino e Ofelia
    • Gemma Griarotti: Narratrice
    • Riccardo Billi: Grillo Parlante e Pippo (canto)
    • Arnoldo Foà: Willie il gigante

Scene ridoppiate (1992)

  • Gaetano Varcasia: Topolino
  • Luca Eliani: Paperino
  • Vittorio Amandola: Pippo
  • Massimo Corvo: Willie il gigante
  • Lorena Bertini: Arpa Canterina

Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Bongo_e_i_tre_avventurieri

Gianluigi Piludu

Autore di articoli, illustratore e grafico del sito www.cartonionline.com